SCALPICII SOTTO I PLATANI- La strage del ‘44 a Sant’Anna di Stazzema

di e con Elisabetta Salvatori
violino, Matteo Ceramelli

Chi visita Sant’Anna di Stazzema, un paesino dell’entroterra versiliese, ci trova un gran silenzio, non quiete, ma un atmosfera irreale, sacrale. Salendo per la stradina tortuosa, appena arrivati si trova una piazza intitolata ad Anna Pardini, era una bimba di 20 giorni, la più piccola dei più di cento bimbi che il paese non ha visto crescere.

Giocavano tranquilli i bimbi a Sant’Anna nell’estate del ’44, sotto i platani davanti alla chiesa e per le piane. In paese pericoli non ce n’era e la guerra era vicina e allo stesso tempo lontana per loro intenti a divertirsi. Fino al sabato mattina che cancellò tutto, estate, infanzia, vita: il 12 agosto.

Il racconto che Elisabetta Salvatori ha tessuto intorno ad uno dei più efferati eccidi dei nazisti contro i civili italiani inizia così, con la descrizione del luogo, della gente di Sant’Anna, questo posto sulle Apuane dove durante la guerra si rifugiarono un migliaio di sfollati.

La vicenda della strage, è ricostruita componendo un toccante e luminoso affresco del paese, dei suoi abitanti, delle tradizioni, delle faccende quotidiane, dei bambini che giocavano sotto i platani. Fino al sabato mattina che cancellò tutto: estate, infanzia, vita, era il 12 agosto.
In poco più di tre ora, furono uccise 560 persone, il paese divenne un unico grande cimitero e arrivò il silenzio.

E’ una storia raccontata con delicatezza, usando a volte il dialetto versiliese, raccontata con lo stesso trasporto di chi quelle cose le ha vissute e le dice ai nipoti Sulle note popolari, eseguite dal vivo, dal violino di Mattero Ceramelli, il pubblico vede e sente Sant’Anna, incontra Aspasio, la Bruna, le donne, le madri e i vecchi rimasti in paese e caduti sotto la violenza nazista.

Raccontare è tramandare e custodire e raccontare quel che accadde a Sant’Anna è non far dimenticare, perché oggi, un altro delitto, sarebbe dimenticare.

 

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Data

30 Mar 2025
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16:30
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